sat nam rasayan
Il Sat Nam Rasayan è un’arte meditativa di cura, antica come l’uomo.
Utilizza uno stato particolare della mente, di vuoto e di silenzio, uno stato naturale, ma dimenticato.
Viviamo distratti, lontani da noi stessi e separati dall’altro.
Nel Sat Nam Rasayan si apre una nuova possibilità di relazione: nel silenzio possiamo sentire, intuire e perfino curare l’altro e, con l’altro, noi stessi.
Nulla si modifica in questa relazione, piuttosto si osserva, si riconosce, si lascia esistere così com’è da uno spazio di calma profondità.
Allora il cambiamento accade ed è bello sapere che tutti noi possiamo farlo.
Il Sat Nam Rasayan è importante anche per le persone che non praticano il Kundalini Yoga o che non hanno l’intenzione di entrare in una relazione di guarigione con l’altro.
Praticando il Sat Nam Rasayan si raggiunge uno stato di rilassamento che permette di contattare la propria vera identità, a liberarci dai condizionamenti che ci obbligano ad essere così ripetitivi nelle nostre reazioni. Si percepiscono maggiormente le proprie sensazioni e la realtà per ciò che è, in maniera neutra e intuitiva.
Il risultato è essere più presenti e meno distratti, si inizia a vivere la propria vita in prima persona, liberi da condizionamenti, in una relazione con gli altri più autentica e profonda.
QUANDO SENTIRAI IL POTERE DELLA TUA ANIMA, NIENTE SARÀ PIÙ UGUALE A PRIMA
Il Maestro Guru Dev Singh spiega il Sat Nam Rasayan, l'arte del rilassamento profondo
“Il Sat Nam Rasayan usa la mente meditativa per curare; impariamo a sentire tutto ciò che accade, prendendo le distanze dalle nostre interpretazioni della realtà, influenzate da idee e concetti.
La vita non è come la interpretiamo. I giudizi o i preconcetti sulle cose ci allontanano dalla vera realtà. Tutto quello fa parte della nostra struttura mentale, non dell’evento. Per questo, la coscienza vive un conflitto ed è condizionata. Il Sat Nam Rasayan porta a decondizionare la coscienza, ad andare oltre l’individuale, il personale e l’identificazione, per condurci in un luogo dove non possediamo e non controlliamo nulla, in cui la principale condizione è la neutralità.
(...)
Potenzialmente siamo tutti curatori. Sat Nam Rasayan significa “abbandono all’essenza della nostra vera identità”. Si tratta di riconoscere l’esperienza di quello che io chiamo lo Spazio Sacro, ovvero una manifestazione spirituale che non si può definire ma solo riconoscere. Da lì il curatore si relaziona in maniera neutra con la realtà, non c‘è più differenza o distanza, e sente che ciò con cui si relaziona accade in lui, è parte della sua stessa esperienza: la sua coscienza e quella dell’altro risultano essere la stessa cosa. Si tratta di un’esperienza di unità essenzialmente identica a quella che raccontano i mistici di qualsiasi epoca e cultura.
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La coscienza è trascendente, e “trascendere” vuol dire andare oltre, oltrepassare i limiti apparenti di uno stato. La coscienza trascendente è quella che produce cambiamenti nel mondo per il semplice fatto di produrli in se stessa, senza la necessità di azioni esterne. La coscienza umana ha la trascendenza e può modificare la natura. Quando riconosciamo la fusione dell’anima individuale con l’anima divina, ci rendiamo conto che niente è impossibile.
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La malattia persiste perché il paziente mantiene conflitti di cui non desidera liberarsi, dato che gli permettono di avere un’idea di se stesso. Il problema è che l’essere umano ha dimenticato la sua identità divina e si identifica con i suoi pensieri o con le variabili circostanze della vita. Questa identificazione sbagliata è la fonte della sofferenza; se l’essere umano comprende attraverso la ragione non potrà mai conoscere lo spirito. Per lo Yoga la vera identità è l’anima: eterna, immutabile, tutt’uno con Dio. In questo senso non c’è limite all’esperienza, il limite lo poniamo noi. Posso curare a distanza (...) da uno stato di neutralità, che mi permette di sentire la coscienza espansa ovunque. (...) Devo, però, mantenere lo spazio del silenzio interno stabile mentre percepisco l’universo sensibile."
19 aprile 2013, Intervista di Mar Lana, pubblicata dal Centro Yoga Benessere Adi Shakti